La vitalba: un rampicante da intrecciare

  • Luglio 18, 2017 19:28

Tra le infestanti diffuse nelle nostre zone, la vitalba (Clematis vitalba, Ranunculacee) è una delle più difficili da tenere a bada: le sue liane, lunghe fino a venti metri, si avviluppano intorno ad alberi e recinzioni, e crescono rapidamente formando grovigli inestricabili. Tuttavia, esaminandola da altri punti di vista, anche la vitalba è una pianta interessante, e invece di tentare di eliminarla (missione quasi impossibile!) possiamo imparare a utilizzarla. I suoi lunghi tralci sono tradizionalmente utilizzati per la tessitura di cesti e per legare le piante ai loro sostegni: si raccolgono in inverno, e si possono usare freschi, oppure se…

Che cos’è un gavagn

  • Luglio 10, 2017 19:33

“Gavagn” è il nome di un cesto diffuso in Romagna, usato in campagna per raccogliere la frutta; è un cesto a fondo curvo, realizzato con tecnica ad archetti, di forma semisferica o semiovale con manico.
Questa forma ha origini molto antiche, ed è diffusa in tutto il mondo. Il termine gavagn deriva dal latino “cavaneum” (contenitore, oggetto cavo), e in tutta Italia molti cesti diversi tra loro hanno in comune questa stessa etimologia: ad esempio, in Liguria il cavagno è un cesto di forma squadrata, in fasce di castagno, usato per la raccolta delle olive, in Emilia la cavagna è una grande cesta a fondo piatto, di salice, usata durante la vendemmia, e la gavagnòla marchigiana è un cestino ad archetti da portare in cintura, fatto di ulivo, salice e vitalba.
I gavagn romagnoli sono rotondi od ovali, forme e dimensioni variano in base alla specifica funzione; vengono realizzati soprattutto in salice e vitalba, anche se per la struttura si possono impiegare una maggiore varietà di piante (sanguinello, nocciolo, frassino, tamerice, ulivo, corniolo ecc.). In altre zone d’Italia e d’Europa cesti di questo tipo sono realizzati completamente in nocciolo, con tessitura di fascette ricavate da rami di due o tre anni.
Nel libro “Fare cesti” di Andrea Magnolini (Terra Nuova Edizioni) si trovano tutte le istruzioni per realizzare un gavagn, illustrate da Elena Campacci.
Nelle foto che seguono:
gavagn tondeggianti con trama in sanguinello e vitalba,
gavagn di forma allungata in frassino e salice,
gavagnola in ulivo e salice

Pera o conchiglia

  • Luglio 10, 2017 18:11


Cesta “stile libero” con tecnica ad archetti.
Struttura in frassino, trama in sanguinello, vitalba, salice sbucciato, mirabolano, olmo.

In inverno si possono facilmente sperimentare nuove piante, raccogliendo piccole quantità dei rami che ci paiono più flessibili e adatti ai lavori d’intreccio. I rami si raccolgono a luna calante e si lasciano “appassire” qualche giorno all’aperto, in modo che perdano un po’ d’acqua.
I cesti “a pera” cominciano da un ramo biforcato, legando tra loro le due estremità della “forchetta” con fil di ferro (così come i due cerchi con cui si comincia un gavagn), o annodandole tra loro.

Culla di vimini

  • Luglio 8, 2017 20:05

Cesti di ulivo

  • Luglio 8, 2017 19:33

L’ulivo (Olea Europaea) è un eccellente materiale per l’intreccio, assai resistente e durevole; si può utilizzare fresco, oppure dopo l’ammollo in acqua fredda. Il mirabile colore argenteo si perde un po’ con l’ammollo.
La preparazione del materiale richiede tempo e pazienza: durante la potatura delle piante, di solito in primavera o in autunno, si possono già selezionare i polloni e i succhioni, più lunghi e diritti, e successivamente passare al vaglio i rami contorti e “disordinati” alla ricerca di rametti abbastanza lunghi. Le foglie si tolgono meglio indossando guanti da lavoro, e con un paio di piccole cesoie si procede a “ripulire” i rami da eventuali getti secondari.
In Italia i cesti di ulivo sono diffusi soprattutto nelle regioni del sud, dove la diffusione di quest’albero è maggiore, e dove spesso è utilizzato in abbinamento con la canna comune (Arundo Donax).

Il fungo

  • Luglio 8, 2017 19:17

“La mazza di Tebano”
Fungo a grandezza innaturale (2 metri d’altezza, 2 m diametro del cappello)
fatto di canne spaccate, rami e cortecce di salice, tifa.

Scultura ideata e realizzata da Luigi Franzoni, in collaborazione con me (ho fatto il cappello), per l’Anteprima dell’Arena delle Balle di Paglia, Tebano 3 luglio 2017.

L’albero di nidi

  • Luglio 8, 2017 19:01

Installazione realizzata per l’Anteprima dell’Arena delle Balle di Paglia, Tebano 3 luglio 2017.
Nidi realizzati con vitalba, salice, frassino, ulivo, sanguinello.
Grazie a Luigi Franzoni per aver ideato l’albero.

cesti con coperchio

  • Maggio 27, 2017 19:33

Salici misti e sanguinello

cesta rettangolare

  • Maggio 27, 2017 19:23

Cesta con fondo in legno. Salici misti (con e senza buccia) e ulivo

Dalle fronde di un salice (ovvero, da dove comincia un cesto)

  • Maggio 26, 2017 15:18

C’era una volta, e c’è ancora, un salice bianco: è solo parente del salice piangente, la sua chioma è spavalda e punta in alto, col colore e il portamento della fiamma. La pianta, che qui chiamano vincio, dà i suoi figli migliori, rami giovani e diritti, rami maschi, si usa dire, a chi va a prenderli quando le fa meno male, cioè quando dorme, nel letto delle sue foglie cadute, in inverno. In un giorno asciutto di luna calante, non verserà una lacrima, e anzi, in primavera, partorirà più figli di quelli che le furon tolti. Questi rami van legati…