Archives for Maggio, 2017

cesti con coperchio

  • Maggio 27, 2017 19:33

Salici misti e sanguinello

cesta rettangolare

  • Maggio 27, 2017 19:23

Cesta con fondo in legno. Salici misti (con e senza buccia) e ulivo

Dalle fronde di un salice (ovvero, da dove comincia un cesto)

  • Maggio 26, 2017 15:18

C’era una volta, e c’è ancora, un salice bianco: è solo parente del salice piangente, la sua chioma è spavalda e punta in alto, col colore e il portamento della fiamma. La pianta, che qui chiamano vincio, dà i suoi figli migliori, rami giovani e diritti, rami maschi, si usa dire, a chi va a prenderli quando le fa meno male, cioè quando dorme, nel letto delle sue foglie cadute, in inverno. In un giorno asciutto di luna calante, non verserà una lacrima, e anzi, in primavera, partorirà più figli di quelli che le furon tolti. Questi rami van legati…

Tutti sanno cos’è un cesto, pochi sanno cos’è un cestaio

  • Maggio 26, 2017 14:43

Così si potrebbe riassumere, in una frase, lo stato dell’arte della cesteria in Italia, agli inizi del XXI secolo. Il cesto è ancora un oggetto comune e facilmente reperibile, mentre i cestai sono diventati una rarità. Il cestaio è una presenza inavvertita nel tessuto socioeconomico, un “antico mestiere” da esibire nelle fiere agricole o nei musei etnografici, una sorta di fossile vivente. Certo, nei paesi da cui importiamo questi manufatti, i cestai devono essere ben più numerosi, com’erano nel nostro paese fino a pochi decenni fa. Questa situazione, infatti, si è venuta a creare in tempi relativamente recenti; l’enciclopedia Treccani,…

gavagn a colori

  • Maggio 26, 2017 14:23

 

 

 

 

 

 

cesto ovale “a costole”

sanguinello e salici

il perché di questo nome

  • Maggio 26, 2017 11:39

Il termine corbelleria, che significa “grosso sproposito, sciocchezza, stupidaggine”, deriva da corbello, che è un “recipiente rotondo, di media grandezza, fatto di stecche di legno o di vimini”, ma anche, per somiglianza formale e in un’accezione volgare, “testicolo” (non mi rompere i c.!). Si chiamava corbello petriere il “cesto che, riempito di ciottoli e granate, si lanciava sul nemico dall’alto delle mura”, mentre corbeille, preso in prestito dal francese, indica un “omaggio floreale vistosamente confezionato in un cestino”.

Forse, far cesti oggi è una corbelleria, forse è un (piccolissimo) atto di resistenza contro l’assedio, su scala mondiale, della plastica, forse è un omaggio (non floreale, ma vegetale) a un’arte millenaria.

In ogni caso, intrecciamo.

corbellerie@autistici.org